Previsioni economiche di estate 2019: fattori esterni gettano ombre sulla crescita
Ne risulta che le previsioni di crescita del PIL per la zona euro nel 2019 restano invariate all’1,2 % mentre quelle per il 2020 sono state leggermente riviste al ribasso, all’1,4 %, a seguito del ritmo più moderato della crescita previsto per il resto di quest’anno (previsioni di primavera: 1,5 %). La previsioni sul PIL dell’UE restano invariate all’1,4 % nel 2019 e all’1,6 % nel 2020.
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente per l’Euro e il dialogo sociale, responsabile anche per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali, ha dichiarato: “Le previsioni continuano a indicare una crescita di tutte le economie dell’UE nell’anno in corso e nel prossimo, anche se alla robusta crescita dell’Europa centrale e orientale fa da contraltare il rallentamento in Germania e in Italia. La resilienza delle nostre economie è messa alla prova dalla debolezza persistente del settore manifatturiero dovuta a tensioni sul fronte commerciale e all’incertezza delle politiche. A livello interno una Brexit senza accordo (“no deal”) resta una delle principali fonti di rischio.
Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: ” L’economia europea continua a crescere nonostante un contesto mondiale difficile. Tutti i paesi dell’UE sono previsti in crescita sia nel 2019 che nel 2020 grazie a un forte mercato del lavoro che sostiene la domanda. Dati i numerosi rischi che pesano sulle prospettive economiche, dobbiamo intensificare gli sforzi per rafforzare la resilienza delle nostre economie e della zona euro nel suo complesso.”
La crescita nell’UE sospinta dalla domanda interna
Mentre nella prima parte dell’anno la crescita è stata sostenuta da una serie di fattori temporanei, le prospettive per il resto dell’anno appaiono più deboli, essendosi attenuate le attese di una rapida ripresa delle attività manifatturiere e del commercio a livello mondiale. Per il 2020 si prevede una crescita più sostenuta del PIL, dovuta in parte al numero maggiore di giorni lavorativi. La domanda interna, e in particolare i consumi delle famiglie, continua a sospingere la crescita economica in Europa, grazie anche al persistente vigore del mercato del lavoro. Per l’anno in corso e per il prossimo si prevede una crescita del PIL in tutti gli Stati membri dell’UE, che sarà tuttavia significativamente più forte in determinate aree (ad es., Europa centrale e orientale, Malta e Irlanda) rispetto ad altre (ad es., Italia e Germania).
Previsto un ribasso dell’inflazione grazie al calo dei prezzi del petrolio
Le previsioni relative all’inflazione complessiva nella zona euro e nell’UE sono state abbassate di 0,1 punti percentuali per l’anno in corso e per il prossimo a seguito, principalmente, del calo dei prezzi del petrolio e delle prospettive economiche leggermente più deboli. Per la zona euro si prevede ora un’inflazione (indice armonizzato dei prezzi al consumo) media dell’1,3 % sia nel 2019 che nel 2020 (previsioni di primavera: 1,4 % nel 2019 e 2020), mentre la previsione per l’UE è in media dell’1,5 % nel 2019 e dell’1,6 % nel 2020 (previsioni di primavera: 1,6 % nel 2019 e 1,7% in 2020).
Sono aumentati i rischi di revisione al ribasso
I rischi per le prospettive economiche mondiali restano altamente interconnessi e tendenti sostanzialmente al negativo. Il protrarsi del conflitto economico tra gli Stati Uniti e la Cina, unitamente al permanere delle notevoli incertezze relative alla politica commerciale degli USA, potrebbero prolungare l’attuale fase di contrazione del commercio mondiale e delle attività manifatturiere con conseguenze per altre regioni e settori. Ciò potrebbe avere ripercussioni negative sull’economia mondiale anche a seguito di perturbazioni dei mercati finanziari. Anche le tensioni in Medio Oriente aumentano le possibilità di un incremento significativo dei prezzi del petrolio. A livello interno la Brexit resta la principale fonte di incertezza. Infine vi sono anche rischi significativi per quanto riguarda i fattori della crescita a breve termine e la dinamica economica nella zona euro. La debolezza nel settore manifatturiero, qualora dovesse perdurare, e il clima di scarsa fiducia diffuso tra le imprese potrebbero estendersi ad altri settori e compromettere la situazione del mercato del lavoro, i consumi privati e, in ultima analisi, la crescita.
Per il Regno Unito un’ipotesi puramente tecnica
Alla luce del processo di recesso del Regno Unito dall’UE, le proiezioni per il 2019 e il 2020 si fondano di nuovo sull’ipotesi puramente tecnica dello status quo in termini di relazioni commerciali tra l’UE a 27 e il Regno Unito. Si tratta di un’ipotesi adottata unicamente a fini di previsione, che non ha alcuna incidenza sui futuri negoziati tra l’UE e il Regno Unito.
Contesto
Le previsioni si basano su una serie di ipotesi tecniche relative ai tassi di cambio, ai tassi di interesse e ai prezzi delle materie prime, aggiornate al 28 giugno. Per tutti gli altri dati, le previsioni tengono conto delle informazioni disponibili fino al 2 luglio.
Ogni anno la Commissione pubblica quattro previsioni economiche. Le previsioni pubblicate ogni anno in inverno ed estate riguardano soltanto i livelli annuali e trimestrali del PIL e dell’inflazione per l’anno in corso e l’anno successivo per tutti gli Stati membri e per la zona euro, nonché i dati aggregati a livello dell’UE.
Le prossime previsioni della Commissione europea saranno le previsioni economiche di autunno nel novembre 2019.
Info: https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/economic-performance-and-forecasts/economic-forecasts/summer-2019-economic-forecast-growth-clouded-external-factors_en