Nuova era nelle relazioni tra Ue e Turchia
Parte dalla cooperazione sulla crisi dei rifugiati la nuova era nelle relazioni tra Unione europea e Turchia. Il primo vertice tra Ankara e i leader dei 28 Paesi comuitari si è concluso con un’intesa politica sul piano dai 3 miliardi di euro destinati a frenare il flusso degli arrivi dal Medio Oriente in Europa.
“Oggi abbiamo dato nuova linfa al processo di adesione della Turchia all’Unione europea. Abbiamo concordato una strategia integrata contro l’instabilità ai confini europei. Lavoreremo fianco a fianco per risolvere la crisi dei rifugiati” ha dichiarato il Premier turco Davutoglu al termine dei lavori.
Ankara ha ottenuto anche in cambio di una stretta contro i trafficanti di esseri umani l’apertura di un nuovo capitolo nei negoziati per l’adesione all’Unione europea, così come l’avvio delle discussioni per la liberalizzazione dei visti.
“La liberalizzazione dei visti” ha dichiarato Jean Claude Juncker “E’ un processo a cui daremo molta importanza, perché è connesso con gli accordi per la riammissione dei cittadini turchi in patria”.
Nonostante il permanere delle divergenze su rispetto delle libertà civili, diritti umani e giustizia l’Europa si scopre oggi più vulnerabile che mai. Come ha spiegato Francois Hollande uscendo dalla
riunione a Bruxelles:“C‘è bisogno di condurre verifiche sulle persone che attraversano il territorio turco. Sappiamo che ci sono combattenti che hanno intenzione di usare quelle rotte per recarsi nei teatri di scontro, così terroristi che potrebbero infiltrarsi. Lo abbiamo visto negli agli attacchi di Parigi. Abbiamo bisogno della cooperazione tra Unione europea e Turchia”.
Nel tentativo di monitorare da vicino i progressi compiuti, i leader europei incontreranno rappresentanti turchi due volte l’anno.
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