La Commissione definisce una tabella di marcia per l’approfondimento dell’Unione economica e monetaria dell’Europa
Con una tabella di marcia operativa e diverse misure concrete, la Commissione europea adempie all’impegno di approfondire l’Unione economica e monetaria dell’Europa assunto dal presidente Jean-Claude Juncker nel discorso del 2017 sullo stato dell’Unione e nella relazione dei cinque presidenti del 2015.
Il presidente Juncker ha dichiarato: “Dopo anni di crisi è giunto il momento di prendere in mano il futuro dell’Europa. La forte crescita economica attuale ci incoraggia ad andare avanti, facendo sì che la nostra Unione economica e monetaria divenga più unita, efficiente e democratica e operi a vantaggio di tutti i cittadini europei. Il tetto va riparato quando splende il sole.”
L’approfondimento dell’Unione economica e monetaria (UEM) è un mezzo per raggiungere un fine: aumentare l’occupazione, la crescita, gli investimenti, l’equità sociale e la stabilità macroeconomica. La moneta unica è una tutela e una fonte di opportunità per i cittadini europei e una zona euro forte e stabile è essenziale per i paesi che ne fanno parte e per l’UE nel suo complesso. Negli ultimi anni sono state attuate importanti riforme istituzionali per rafforzare l’UEM, ma la sua architettura è ancora incompleta. La tabella di marcia presentata oggi tiene conto delle sfide tuttora da affrontare e indica la via da seguire.
La crisi economica e finanziaria che ha colpito l’Europa non ha avuto inizio nella zona euro, ma ne ha messo a nudo alcune carenze istituzionali. A distanza di quasi dieci anni, grazie a sforzi risoluti a tutti i livelli l’Europa registra una solida ripresa, accompagnata da una crescita economica in tutti gli Stati membri. La disoccupazione è ai minimi dal 2008, mentre il clima di fiducia nell’economia ha raggiunto il picco massimo dal 2000. Da quando sono state introdotte le banconote e le monete in euro, inoltre, i cittadini europei non si sono mai mostrati così favorevoli alla moneta unica.
Si tratta perciò di un momento propizio per approfondire l’Unione economica e monetaria dell’Europa. I prossimi 18 mesi dovrebbero essere utilizzati per adottare le misure che si renderanno necessarie, come concordato nell’agenda dei leader.
In aggiunta alla tabella di marcia, il pacchetto odierno comprende quattro iniziative principali.
- Una proposta relativa all’istituzione di un Fondo monetario europeo (FME), ancorato all’ordinamento giuridico dell’UE e basato sulla struttura ormai consolidata del meccanismo europeo di stabilità (MES). Negli ultimi anni il MES ha svolto un ruolo determinante nel salvaguardare la stabilità della zona euro, aiutando gli Stati membri a riconquistare o a mantenere l’accesso ai mercati delle obbligazioni sovrane. L’FME si baserebbe sul MES, mantenendone sostanzialmente l’attuale architettura finanziaria e istituzionale, anche per quanto riguarda il ruolo svolto dai parlamenti nazionali. Continuerebbe in tal modo ad assistere gli Stati membri della zona euro che versano in difficoltà finanziarie. Fornirebbe inoltre un meccanismo di backstop comune per il Fondo di risoluzione unico e fungerebbe da prestatore di ultima istanza al fine di facilitare la risoluzione ordinata delle banche in difficoltà. Si prevedono anche un processo decisionale più rapido in caso di urgenza e un coinvolgimento più diretto nella gestione dei programmi di assistenza finanziaria. Nel tempo, tra l’altro, l’FME potrebbe dotarsi di nuovi strumenti finanziari, ad esempio per sostenere un’eventuale funzione di stabilizzazione. Il Parlamento europeo e il Consiglio sono invitati ad adottare la proposta entro il primo semestre del 2019.
- Una proposta mirante ad integrare, nella sostanza, il trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’ordinamento giuridico dell’Unione, facendo uso dell’adeguata flessibilità insita nel patto di stabilità e crescita e individuata dalla Commissione sin dal gennaio 2015. Nel 2012 i 25 Stati membri firmatari si sono impegnati giuridicamente ad incorporare nel diritto dell’Unione le disposizioni contenute in tale trattato cinque anni dopo la sua entrata in vigore, vale a dire il 1° gennaio 2018. Anche il Parlamento europeo ha esortato ad agire in questo senso. La proposta, che incorpora nel diritto dell’Unione gli elementi principali del trattato al fine di sostenere quadri di bilancio solidi a livello nazionale, è pienamente in linea con le norme di diritto primario e derivato attualmente in vigore. Il Parlamento europeo e il Consiglio sono invitati ad adottare la proposta entro il primo semestre del 2019.
- Una comunicazione sui nuovi strumenti di bilancio atti a garantire la stabilità della zona euro nel quadro dell’Unione, che spiega come sviluppare nel quadro delle finanze pubbliche dell’UE di oggi e di domani talune funzioni di bilancio essenziali per la zona euro e per l’intera UE. La comunicazione esamina quattro funzioni specifiche: a) un sostegno alle riforme strutturali degli Stati membri, attraverso uno strumento per la realizzazione delle riforme e un’assistenza tecnica, su richiesta degli Stati membri; b) uno specifico strumento di convergenza per gli Stati membri in procinto di aderire all’euro; c) un meccanismo di backstop per l’Unione bancaria, tramite l’FME/MES, da concordare entro il primo semestre del 2018 e da rendere operativo entro il 2019 e d) una funzione di stabilizzazione, al fine di mantenere i livelli di investimento in caso di gravi shock asimmetrici. La Commissione presenterà le iniziative necessarie nel maggio 2018 nel contesto delle proposte relative al quadro finanziario pluriennale post-2020. Il Parlamento europeo e il Consiglio saranno quindi invitati ad adottare le proposte entro il primo semestre del 2019. Per il periodo 2018-2020 la Commissione propone inoltre di rafforzare il programma di sostegno alle riforme strutturali raddoppiando, di qui al 2020, i finanziamenti disponibili per le attività di supporto tecnico, che raggiungeranno in tal modo i 300 milioni di euro. Propone anche di sperimentare, nel corso di una fase pilota, il nuovo strumento per la realizzazione delle riforme. A tale scopo propone di apportare modifiche mirate al regolamento sulle disposizioni comuni che disciplina i Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE), in modo da ampliare la possibilità di utilizzare parte della riserva di efficacia a sostegno delle riforme concordate. Il Parlamento europeo e il Consiglio sono invitati a adottare queste due ultime proposte nel 2018.
- Una comunicazione che illustra le eventuali funzioni di un ministro europeo dell’Economia e delle finanze che potrebbe fungere da vicepresidente della Commissione e da presidente dell’Eurogruppo, come sarebbe possibile in base agli attuali trattati dell’UE. Riunendo le attuali responsabilità e le competenze disponibili, questa nuova carica rafforzerebbe la coerenza, l’efficienza, la trasparenza e la responsabilità democratica nella definizione delle politiche economiche dell’UE e della zona euro, nel totale rispetto delle competenze nazionali. Il raggiungimento, entro il primo semestre del 2019, di un’intesa comune circa il ruolo del ministro permetterebbe di istituire tale figura quale componente della prossima Commissione. L’Eurogruppo potrebbe inoltre decidere di eleggere il ministro suo presidente per due mandati consecutivi in modo da allineare la durata dei due incarichi.
Il pacchetto odierno non è né la prima né l’ultima fase del processo di completamento dell’Unione economica e monetaria, che è una delle priorità principali di questa Commissione, come indicato negli orientamenti politici del Presidente Juncker, nella relazione dei cinque presidenti e nei documenti di riflessione sull’approfondimento dell’Unione economica e monetaria e sul futuro delle finanze dell’UE. Tutte le riforme finora avviate sono state dettate dalla necessità di conciliare solidarietà e responsabilità a tutti i livelli – necessità che è anche una priorità centrale del pacchetto odierno.
“L’Europa ha il vento in poppa” non solo in termini di risultati economici, ma anche per quanto riguarda la fiducia dei cittadini nella moneta unica. Secondo il nuovo Flash Eurobarometro sulla zona euro pubblicato oggi, il 64% delle persone interrogate ritiene che avere l’euro sia positivo per il proprio paese.
Info: https://ec.europa.eu/italy/news/20171206_UE_definisce_tabella_di_marcia_Unione_economica_it