Iniziative dei cittadini europei: la Commissione registra tre nuove iniziative e stabilisce che una è inammissibile

La Commissione europea ha deciso di evidenziare tre nuove iniziative dei cittadini europei:

Combattere la corruzione in Europa alla radice, tagliando i fondi ai paesi con un sistema giudiziario inefficiente dopo il termine previsto

“Azioni in materia di emergenza climatica”

“Salviamo api e agricoltori! Verso un’agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano”

giustizia

La Commissione ha inoltre deciso di non registrare una proposta di iniziativa dei cittadini europei dal titolo:

Garantire la conformità della politica commerciale comune con i trattati dell’UE e con il diritto internazionale” perché le azioni richieste esulano manifestamente dalla competenza della Commissione ad agire in conformità dei trattati dell’UE.

In questa fase della procedura, la Commissione non ha analizzato il merito delle iniziative, ma solo la loro ammissibilità giuridica. Se una delle tre iniziative registrate raccoglierà un milione di dichiarazioni di sostegno da almeno sette Stati membri entro il termine di un anno, la Commissione la analizzerà e darà una risposta. Potrà decidere di dare o di non dare seguito alla richiesta e, in entrambi i casi, dovrà giustificare la sua decisione.

1. “Combattere la corruzione in Europa alla radice, tagliando i fondi ai paesi con un sistema giudiziario inefficiente dopo il termine previsto”

Gli organizzatori dell’iniziativa chiedono alla Commissione di “prevedere, dopo un termine irrevocabile di 10 anni dall’adesione, una moratoria automatica dei pagamenti dei fondi strutturali e di coesione a favore di un paese di recente adesione, fino a quando il suo sistema giudiziario non sia più sottoposto al meccanismo di controllo. Essi affermano che: “l’attuale corpus giuridico dell’UE consente un’interpretazione indebita. A determinate condizioni la corruzione tra le élite politiche dei nuovi Stati membri può risultare vantaggiosa per altri paesi dell’Unione e il concetto relativo di “temporaneo” rischia di essere esteso a tempo indeterminato. Fissare un calendario rigoroso evita la motivazione diretta e indiretta della corruzione negli Stati membri dell’UE” […]

Ai sensi dei trattati dell’UE, la Commissione europea può agire a livello legislativo per quanto riguarda le norme finanziarie relative al bilancio dell’UE. La Commissione ritiene pertanto che questa iniziativa sia giuridicamente ammissibile e ha deciso di registrarla. La registrazione avrà luogo il 12 settembre 2019, data a partire dalla quale gli organizzatori avranno a disposizione un anno per raccogliere le firme a sostegno dell’iniziativa.

2. “Azioni in materia di emergenza climatica”

Gli organizzatori dell’iniziativa chiedono alla Commissione “di rafforzare l’azione in materia di emergenza climatica in linea con il limite di riscaldamento di 1,5°°Ciò significa obiettivi climatici più ambiziosi e un sostegno finanziario all’azione per il clima“. In particolare, l’iniziativa si concentra sulla necessità per l’UE di: “adeguare i suoi obiettivi (NDC) secondo l’accordo di Parigi a una riduzione dell’80% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 per azzerare le emissioni nette entro il 2035, e adeguare di conseguenza la legislazione europea in materia di clima. L’iniziativa fa inoltre riferimento all’istituzione di un meccanismo dell’UE di adeguamento delle emissioni di CO2 alle frontiere, ad accordi di libero scambio con paesi partner basati sul Climate Action Tracker e a materiale didattico gratuito sugli effetti dei cambiamenti climatici.

Ai sensi dei trattati dell’UE, la Commissione europea può agire a livello legislativo per salvaguardare, tutelare e migliorare la qualità dell’ambiente e nel settore della politica commerciale comune. La Commissione ritiene pertanto che questa iniziativa sia giuridicamente ammissibile e ha deciso di registrarla. La registrazione avrà luogo il 23 settembre 2019, data a partire dalla quale gli organizzatori avranno a disposizione un anno per raccogliere le firme a sostegno dell’iniziativa.

3. “Salviamo api e agricoltori! Verso un’agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano”.

Gli organizzatori dell’iniziativa chiedono alla Commissione di “proporre atti giuridici che prevedano l’eliminazione progressiva dei pesticidi sintetici entro il 2035, il ripristino della biodiversità e il sostegno agli agricoltori durante la fase di transizione“. Più precisamente, gli organizzatori intendono “eliminare progressivamente i pesticidi sintetici dall’agricoltura europea dell’80% entro il 2030, a cominciare dai più pericolosi, fino al 100% entro il 2035; ripristinare gli ecosistemi naturali nelle zone agricole facendo dell’agricoltura un vettore di recupero della biodiversità; riformare l’agricoltura dando priorità all’agricoltura su piccola scala, diversificata e sostenibile, sostenendo un rapido aumento delle pratiche agroecologiche e biologiche e consentendo la formazione e la ricerca indipendente degli agricoltori in materia di agricoltura senza pesticidi e OGM“.

Ai sensi dei trattati dell’UE, la Commissione europea può agire a livello legislativo nel settore della politica agricola comune e del mercato interno, nonché adottare misure nei settori veterinario e fitosanitario. La Commissione ritiene pertanto che questa iniziativa sia giuridicamente ammissibile e ha deciso di registrarla. La registrazione avrà luogo il 30 settembre 2019, data a partire dalla quale gli organizzatori avranno a disposizione un anno per raccogliere le firme a sostegno dell’iniziativa.

4. “Garantire la conformità della politica commerciale comune con i trattati dell’UE e con il diritto internazionale”

Oggi la Commissione europea ha deciso che l’iniziativa: “Garantire la conformità della politica commerciale comune con i trattati dell’UE e con il diritto internazionale” è giuridicamente inammissibile poiché esula manifestamente dalla competenza della Commissione ad agire in conformità dei trattati dell’UE.

L’oggetto dell’iniziativa è: “regolare le transazioni commerciali con soggetti di paesi occupanti basati o operanti in territori occupati impedendo l’entrata nel mercato dell’UE di prodotti provenienti da tali luoghi“. Gli organizzatori invitano la Commissione a “proporre atti giuridici per impedire che soggetti giuridici dell’UE importino prodotti originari di insediamenti illegali in territori occupati e esportino in tali territori, onde preservare l’integrità del mercato interno e non favorire o contribuire al mantenimento di tali situazioni illecite“.

Un atto giuridico in materia potrebbe essere adottato solo sulla base dell’articolo 215 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea in materia di misure restrittive. Tuttavia, prima che il Consiglio possa adottare un atto giuridico di questo tipo, è necessario si giunga a una decisione nel quadro della politica estera e di sicurezza comune dell’UE per consentire l’interruzione o la riduzione delle relazioni economiche e finanziarie con un paese terzo. La Commissione non dispone del potere giuridico di presentare una proposta per una tale decisione.

Poiché non soddisfa le condizioni giuridiche in merito all’ammissibilità, la Commissione europea ha deciso di non registrare questa iniziativa. Ai sensi del regolamento, un’iniziativa dei cittadini europei non può essere registrata se esula manifestamente dalla competenza della Commissione di presentare una proposta di atto legislativo.

Contesto

Prevista dal trattato di Lisbona, l’iniziativa dei cittadini europei è stata istituita nell’aprile del 2012 con l’entrata in vigore del regolamento riguardante l’iniziativa dei cittadini, che attua le disposizioni del trattato. Nel 2017, nell’ambito del discorso del presidente Juncker sullo stato dell’Unione, la Commissione europea ha presentato proposte di riforma per l’iniziativa dei cittadini europei volte a semplificarne ulteriormente l’uso. Nel dicembre 2018 il Parlamento europeo e il Consiglio sono giunti a un accordo sulla riforma, e le nuove norme entreranno in vigore a partire dal 1º gennaio 2020.

Nel frattempo il processo è stato semplificato e una piattaforma collaborativa offre sostegno agli organizzatori. Tutto ciò ha contribuito all’aumento del 41% delle iniziative registrate (41 durante la Commissione Juncker rispetto alle 29 durante la Commissione precedente) e alla riduzione del 70% del numero di quelle rifiutate (solo 6 rispetto alle 20 durante la Commissione precedente).

Una volta registrata ufficialmente, un’iniziativa dei cittadini europei consentirà a un milione di cittadini provenienti da almeno sette Stati membri di invitare la Commissione europea a proporre atti legislativi nei settori di sua competenza.

Per essere ammissibile, l’azione proposta non deve esulare manifestamente dalla competenza della Commissione a presentare una proposta di atto legislativo e non deve essere manifestamente ingiuriosa, futile o vessatoria né manifestamente contraria ai valori dell’Unione.

Info: https://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/initiatives/ongoing/details/2015/000005

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