Eurobarometro, 51% italiani non si sente cittadino dell’UE
Giovedì 26 febbraio presso la Rappresentanza in Italia della Commissione europea è stato presentato il Rapporto Eurobarometro sull’Italia. Il sondaggio effettuato dall’8 al 17 novembre è stato condotto contemporaneamente nei 28 paesi mebri dell’Unione Europea più i sei paesi candidati: la Turchia, la Repubblica di Macedonia, l’Islanda, il Montenegro, la Serbia e l’Albania.
Il rapporto nazionale elaborato sulla base dei sondaggi condotti dall’Eurobarometro standard 82, riporta le opinioni del campione italiano sulle priorità politiche della Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker, (occupazione, crescita e investimenti, mercato unico digitale, unione dell’energia e del clima, mercato interno, unione economica e monetaria, accordo di libero scambio UE-USA – TTIP, giustizia e diritti fondamentali, migrazione, l’UE a livello mondiale, cambiamento democratico) che sono state raccolte in quattro filoni principali: economia e lavoro, dimensione esterna dell’UE, democrazia, fiducia e comprensione delle istituzioni europee.
Innanzitutto dal sondaggio emerge che gli italiani (41%) sono più pessimisti degli europei (28%); questo dato fa riflettere se si aggiunge che il 51% afferma di non sentirsi neppure cittadini dell’UE e il 67% dice di non conoscere i suoi diritti di cittadino europeo. Percentuali spesso determinate dalla scarsa informazione sui temi europei: il 68% degli italiani vorrebbero saperne di più. Sostanzialmente gli italiani vogliono conoscere il funzionamento dellUE e riconoscono i valori importanti quali pace, democrazia e diritti umani ma in realtà non sanno bene dove e come cercare le informazioni. E’ sempre la televisione, in ogni caso, il principale mezzo di informazione in Italia: secondo il 54% degli intervistati, il ‘piccolo schermo’ copre sufficientemente le questioni dell’UE.
Disoccupazione e situazione economica restano le questioni che destano maggiore preoccupazione per gli italiani (60% e 37%) ma perdono intensità rispetto al sondaggio di giugno 2014. Un dato scontato considerata la crisi nazionale che porta gli italiani a sentirsi oltre che euroscettici anche pessimisti.
Per quanto riguarda l’economia, una maggioranza compatta, l’88%, approva le riforme per modernizzare il mercato del lavoro e per rilanciare l’economia. Gli italiani sono favorevoli ai piani della Commissione europea per promuovere gli INVESTIMENTI privati attraverso fondi pubblici. In più, appoggiano le sfide europee in materia di energia, industria e economia digitale. Ma il 63% del campione crede che l’UE sia responsabile delle politiche di austerity in Europa sebbene la maggior parte degli intervistati italiani mostri un certo sostegno per le misure con cui l’UE esercita la politica economica. C’è chi è favorevole al controllo preventivo dei bilanci nazionali da parte di Bruxelles (56%) e chi pensa che la riduzione del debito pubblico e del deficit siano priorità che non possono essere rimandate (81%).