Agenda europea sulla migrazione: i progressi compiuti nel rendere pienamente operativa la nuova guardia di frontiera e costiera europea

La Commissione europea ieri ha tracciato un bilancio dei progressi compiuti e di ciò che resta da fare per rendere pienamente operativa la nuova Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera.

Fascia sul braccio

Tre mesi dopo il varo dell’Agenzia sono stati conseguiti risultanti importanti, che includono la costituzione di una riserva di reazione rapida obbligatoria di guardie di frontiera e apparecchiature e la creazione di una nuova riserva per le squadre di intervento per il rimpatrio. Tali riserve possono essere dispiegate per sostenere gli Stati membri cui spetta in primis rafforzare il controllo alle frontiere esterne. L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera ha dispiegato 1 550 agenti per fornire sostegno agli Stati membri alle loro frontiere esterne, integrando le capacità nazionali esistenti, equivalenti a oltre 100 000 guardie di frontiera. È la prima volta che gli Stati membri dell’UE mettono in comune così tante risorse, ma lo svolgimento delle operazioni da parte dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera continua a presentare carenze, e gli Stati membri devono provvedere a porvi rimedio adeguatamente.

Attraverso gli investimenti congiunti e la partecipazione attiva nell’assicurare il prima possibile la piena operatività della guardia di frontiera e costiera europea, gli Stati membri manifestano concretamente il loro impegno a condividere le responsabilità e a dimostrare solidarietà nell’interesse comune. Gli Stati membri sono rappresentati nel consiglio di amministrazione dell’Agenzia.

Il primo Vicepresidente Frans Timmermans ha dichiarato: “In seguito all’adozione in tempi record della proposta sull’istituzione della guardia di frontiera e costiera europea, tutte le parti interessate hanno trascorso gli ultimi tre mesi lavorando a pieno ritmo per consentire all’Agenzia di intervenire alle nostre frontiere comuni ogniqualvolta e ovunque sia necessario e il più rapidamente possibile. Proponiamo ora ulteriori misure concrete per accelerare i lavori. Faccio appello agli Stati membri affinché forniscano all’Agenzia le risorse umane e le apparecchiature necessarie a renderla pienamente operativa.”

Dimitris Avramopoulos, Commissario responsabile per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ha dichiarato: “In soli tre mesi abbiamo compiuto progressi incredibili nella realizzazione delle attività della guardia di frontiera e costiera europea. È stata istituita la riserva di reazione rapida di guardie di frontiera e attrezzature, grazie alla quale non ci sarà più carenza di personale o di attrezzature per fronteggiare le situazioni di emergenza in tutta l’UE. Inoltre, la nuova riserva di squadre di intervento per il rimpatrio sosterrà gli Stati membri nel rimpatrio dei migranti irregolari, il che rappresenta un elemento essenziale dell’agenda europea sulla migrazione. Invito le parti interessate a proseguire il loro lavoro e le attività di cooperazione per consentire alla guardia di frontiera e costiera europea di diventare pienamente operativa sotto tutti i punti di vista e in tempi rapidi.”

La relazione fa il punto dei progressi compiuti per quanto riguarda le cinque priorità individuate ai fini di una rapida attuazione e approvate dagli Stati membri nella riunione del Consiglio “Giustizia e affari interni” dell’aprile 2016:

  • messa in comune obbligatoria delle risorse per rafforzare la capacità di reazione rapida dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera: per rafforzare l’organico delle guardie nazionali di frontiera responsabili, dal 7 dicembre è stata messa a disposizione immediata dell’Agenzia una riserva di reazione rapida di 1 500 guardie di frontiera e altri agenti per fornire sostegno sul campo negli interventi immediati su richiesta degli Stati membri, insieme a una riserva di attrezzature di reazione rapida costituita da attrezzature quali imbarcazioni ed elicotteri per effettuare interventi rapidi alle frontiere. La capacità di reazione rapida va ad aggiungersi alle operazioni congiunte in corso dell’Agenzia e ad integrare le guardie nazionali di frontiera dispiegate dagli Stati membri responsabili;
  • valutazioni preventive delle vulnerabilità: è stata adottata una metodologia comune per la valutazione delle vulnerabilità per valutare ogni anno la capacità degli Stati membri di affrontare le sfide alle frontiere esterne. Nel gennaio 2017 l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera ha iniziato a raccogliere dati sulla capacità degli Stati membri di costituire la base e la chiave di riferimento per l’esecuzione di valutazioni delle vulnerabilità nel 2017;
  • sostegno per i rimpatri: dal 7 gennaio 2017 sono disponibili tre nuove riserve costituite da 690 osservatori, scorte e esperti per i rimpatri, grazie alle quali l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera sostiene gli Stati membri nelle attività di organizzazione e coordinamento delle operazioni di rimpatrio e nella cooperazione con i paesi terzi per il rimpatrio e la riammissione. L’Agenzia ha già intensificato in modo significativo le sue attività relative ai rimpatri. Dall’entrata in vigore del nuovo regolamento nell’ottobre 2016, l’Agenzia ha organizzato 78 operazioni di rimpatrio al fine di rimpatriare 3 421 migranti irregolari, numero superiore a quello dell’intero 2015 (totale 2016: 232 operazioni); La Commissione presenterà un piano d’azione riveduto sul rimpatrio nelle prossime settimane;
  • istituzione di un meccanismo di denuncia: il 6 ottobre 2016 è stato istituito un meccanismo di denuncia per monitorare e assicurare il rispetto dei diritti fondamentali nelle attività svolte dall’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera;
  • modello di accordo sullo status per la cooperazione operativa con paesi terzi prioritari: nell’ambito del nuovo mandato, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera è autorizzata a effettuare operazioni sul territorio dei paesi terzi confinanti previo accordo. Nel novembre 2016 la Commissione ha adottato un modello di accordo sullo status. La Commissione ha selezionato la Serbia e l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia come paesi terzi prioritari e oggi ha chiesto al Consiglio di autorizzare l’avvio di negoziati con entrambi i paesi.

La relazione inoltre individua le azioni concrete e i prossimi passi da compiere per rendere pienamente operativa la guardia di frontiera e costiera europea e dotarla di tutti i mezzi necessari. Gli Stati membri devono provvedere affinché le risorse necessarie siano sempre messe a disposizione su richiesta dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera per l’esecuzione delle operazioni congiunte in corso e future e per il ricorso alle riserve obbligatorie ai fini degli interventi rapidi alle frontiere. Gli Stati membri devono inoltre dare un seguito agli esiti delle valutazioni delle vulnerabilità e ovviare rapidamente alle carenze individuate. In particolare, i primi risultati di questo lavoro devono essere utilizzati per far fronte in via prioritaria alle vulnerabilità più urgenti. Questo significa che nei prossimi mesi dovremo reagire alle vulnerabilità connesse alle principali sfide migratorie che ci troviamo ad affrontare.

La presente relazione è la prima di una serie di relazioni destinate a contribuire al miglioramento significativo della protezione delle frontiere esterne attraverso la disponibilità di strumenti e risposte adeguati. La prossima relazione è prevista per il marzo 2017.

Contesto

L’istituzione di una guardia di frontiera e costiera europea, annunciata dal Presidente Juncker nel discorso sullo stato dell’Unione pronunciato il 9 settembre 2015, fa parte delle misure previste dall’agenda europea sulla migrazione per rafforzare la gestione e la sicurezza delle frontiere esterne dell’UE e fornire sostegno alle guardie nazionali di frontiera dispiegate dagli Stati membri. Uno spazio Schengen senza frontiere interne è sostenibile solo se si provvede efficacemente alla sicurezza e alla protezione delle frontiere esterne.

Il 15 dicembre 2015 la Commissione europea ha presentato una proposta legislativa per la creazione di una guardia di frontiera e costiera europea, basata sulle strutture esistenti di Frontex, per rispondere alle nuove sfide e realtà politiche con le quali deve confrontarsi l’UE, in materia sia di gestione della migrazione che di sicurezza interna. Il regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea è stato approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio in un tempo record di appena nove mesi.

La guardia di frontiera e costiera europea, che ha iniziato a operare il 6 ottobre 2016, è l’elemento chiave del rafforzamento del controllo delle frontiere esterne dell’UE. Il suo pieno funzionamento dovrebbe consentire un ritorno ai principi di Schengen della libertà di circolazione in uno spazio senza frontiere interne.

I finanziamenti dell’UE per l’Agenzia aumenteranno gradualmente, passando da 250 milioni di EUR nel 2016 a 320 milioni di EUR nel 2020 e il personale dell’Agenzia passerà da 400 unità nel 2016 a 1000 unità nel 2020.

Per ulteriori informazioni

Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulle attività volte a rendere pienamente operativa la guardia di frontiera e costiera europea

SCHEDA INFORMATIVA: La nuova Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera

Garantire la sicurezza delle frontiere dell’UE: sito web della Commissione europea

Sito web dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera

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