Leadership ecologica: un buon investimento
Che cosa garantirà città sane, campagne verdi, oceani puliti e un futuro per i nostri figli? Tutto si riassume in una sola parola: investimenti. Dal 30 maggio al 3 giugno la Commissione europea presenterà la Settimana verde: sette giorni che metteranno in luce in tutta Europa fino a che punto l’idea di compromesso tra economia e ambiente sia ormai sorpassata. Il nostro futuro sarà invece imperniato su investimenti in grado di coniugare opportunità economica e pratiche ambientali sostenibili. E io celebrerò questo legame tra gli investimenti e il nostro futuro ambientale approfondendo ogni giorno un tema diverso.
Si dice che la necessità sia la madre di tutte le invenzioni: in questo caso gli investimenti sarebbero uno zio facoltoso. La nostra settimana dimostrerà che per fare progressi occorre invogliare gli audaci e gli innovatori. Non si tratta semplicemente di incoraggiare gli inventori, sono gli investitori che si assumono grandi rischi e che innovano. Le imprese del settore “ambiente” possono avere difficoltà nell’accesso al credito a causa di una scarsa comprensione dei nuovi modelli aziendali su cui si basano. Agli occhi degli investitori tradizionali i loro progetti possono apparire troppo rischiosi o troppo a lungo termine.
Anche non tenere conto delle pressioni ambientali rappresenta però un rischio per gli investitori. La pressione sulle risorse può generare shock dal lato dell’offerta e fluttuazioni dei prezzi, con un forte impatto sul rendimento degli investimenti: tutti fattori che dovranno essere presi sempre più in considerazione da gestori di fondi e investitori. Anche molte imprese stanno adottando una prospettiva più a lungo termine, perché è sempre più evidente che investire sulla base dell’andamento trimestrale è poco lungimirante e non crea profitti sostenibili. I governi, dal canto loro, stanno analizzando le norme che disciplinano gli obblighi fiduciari, la governance e la rendicontazione per colmare queste carenze del mercato nei nostri sistemi finanziari.
Il piano di investimenti per l’Europa affronta proprio questa problematica. L’obiettivo generale del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), fulcro del piano di investimenti, è mobilitare investimenti per almeno 315 miliardi di euro in Europa nell’arco di tre anni, e si stima che 50 miliardi siano già stati mobilitati nel 2015. Gli investimenti del FEIS contribuiranno ad aumentare i finanziamenti privati, in particolare in settori nei quali le banche commerciali esitano a farsi coinvolgere. Dei 54 progetti preselezionati dalla Banca europea per gli investimenti per un finanziamento del FEIS, 18 sono di carattere ambientale. Questa è vera innovazione. Altri strumenti, come lo strumento di finanziamento del capitale naturale, contribuiscono a superare la sottovalutazione del capitale naturale e sfruttano il potenziale dei servizi ecosistemici, e alcuni Stati membri sono in prima linea nel lancio di obbligazioni verdi.
Si dice anche che la leadership sia un buon investimento. Questo è senz’altro vero nel caso della leadership ambientale, come si è potuto constatare negli ultimi anni. Le società che hanno resistito meglio alla burrasca della recessione sono quelle che hanno dimostrato leadership, che hanno recepito le preoccupazioni ambientali e che hanno investito in progetti lungimiranti. Tra il 2000 e il 2011 le industrie verdi nell’UE sono cresciute di oltre il 50% e i posti di lavoro nel settore dei beni e dei servizi ambientali sono passati da 2,9 a 4,3 milioni tra il 2000 e il 2012[1].
L’economia circolare è un caso interessante. Se ben elaborati, i modelli di economia circolare possono rivelarsi tre volte vincenti. Utilizzare materie prime e risorse in modo più efficiente e diminuire la dipendenza dalle importazioni può apportare benefici a livello economico. Allontanarci da un’economia lineare nella quale vengono buttati prodotti che potrebbero essere invece riparati o riciclati comporta benefici per l’ambiente. Fabbricare prodotti più duraturi e più efficienti, evitare gli sprechi e potenziare ulteriormente la gestione locale dei rifiuti e i servizi di riciclo, riparazione e riutilizzo può generare benefici dal punto di vista sociale. Per non parlare poi di tutte le nuove opportunità lavorative che un ulteriore avanzamento verso un’economia circolare potrebbe generare.
Per trasformare in realtà questi cambiamenti dobbiamo predisporre le condizioni quadro per generare fiducia negli investitori e dobbiamo indirizzare il sistema finanziario verso progetti sostenibili, non solo per produrre beni e servizi ecologici, ma anche per finanziare soluzioni sostenibili nell’agricoltura, nell’industria, nell’energia, nella gestione delle acque, nell’edilizia, nei trasporti, nei servizi igienico-sanitari e in molti altri settori.
Ogni giorno della Settimana verde ci porremo una delle seguenti domande:
- Come possiamo rendere le città posti migliori in cui vivere?
- Come possiamo fare in modo che le nostre campagne restino sane e produttive nel lungo periodo?
- Come possiamo finanziare i cambiamenti necessari per un futuro “verde”?
- Come possiamo fare in modo che i nostri mari restino sani e produttivi nel lungo periodo?
- Come possiamo garantire la prosperità e il benessere a lungo termine delle future generazioni?
L’Unione europea è stata in prima linea per cercare di costruire un sistema finanziario che supporti lo sviluppo sostenibile, ma resta ancora molto da fare. Riunendo tutti i nostri sforzi e la nostra creatività saremo senz’altro in grado di trovare risposte a queste domande e di impegnarci per adottare una serie di misure per investire in un futuro più verde. Mi auguro che la Settimana verde sia per voi una fonte di ispirazione e che parteciperete ai numerosi dialoghi e incontri, ovunque siate e compatibilmente con il tempo che potete investire.
Info: http://ec.europa.eu/italy/news/2016/20160516_vella_it.htm