Studio tedesco: futuro sempre più incerto per i giovani in Italia

Nonostante la ripresa, in Europa il divario economico tra giovani e anziani aumenta e la spaccatura sociale tra il Nord e il Sud del Continente rimane profonda. Nell’indice globale l’Italia è in una pessima posizione: 25° posto (su 28). Sono i dati diffusi dalla prestigiosa fondazione tedesca Bertelsmann, che analizza ogni anno l’andamento delle opportunità di partecipazione in tutti i 28 Stati membri dell’Ue.

Nel nostro Paese sono allarmanti soprattutto le carenze ancora gravi nel mercato del lavoro. Rispetto all’indagine condotta lo scorso anno, la situazione ha fatto registrare un ulteriore netto peggioramento: tra il 2008 e lo scorso anno il tasso di disoccupazione è quasi raddoppiato salendo dal 6,8% al 12,9%, mentre il livello occupazionale con una percentuale del 55,7% è rimasto stazionario ad un livello molto basso, (26° posto). Grecia e Croazia occupano i due gradini più bassi di questa classifica, registrando le situazioni lavorative più preoccupanti in Europa. Il malfunzionamento del mercato del lavoro emerge anche dall’aumento di oltre il 100% della disoccupazione di lunga durata nello stesso periodo (dal 3,1 al 7,8 percento). Per i giovani italiani la situazione si presenta particolarmente drammatica. Dal 2008 al 2014 la disoccupazione giovanile è infatti più che raddoppiata, passando dal 21,2% al 42,7% (25° posto).

Per l’Italia sembrano esserci sempre meno prospettive future per i giovani, il Paese sta invecchiando molto rapidamente e occupa la penultima posizione nella graduatoria della giustizia intergenerazionale (27° posto). Circa un terzo dei minori italiani è a rischio povertà ed emarginazione sociale. I ragazzi e i giovani sono i grandi perdenti della crisi europea economica e del debito, è ciò che principalmente emerge dallo studio. Nell’Ue, sono circa 26 milioni i ragazzi e i giovani a rischio povertà o esclusione sociale, di questi il 27,9% sono minorenni e 5,4 milioni non hanno istruzione e quindi poche prospettive future. Particolarmente preoccupante è la situazione in Spagna, Grecia, Italia e Portogallo: dal 2007 ad oggi, il numero di ragazzi a rischio povertà ed emarginazione sociale è aumentato di 1,2 milioni, passando da 6,4 a 7,6 milioni. Giovani che soffrono gravi mancanze materiali e vivono in famiglie quasi prive di reddito. Anche nella fascia d’età tra i 20 e i 24 anni, molti cittadini dell’Ue si trovano in situazioni precarie, solo in Germania e in Svezia le prospettive per i giovani di questa età sono migliorate negli scorsi anni. Sono invece i paesi dell’Europa meridionale a far registrare l’andamento più negativo: in Spagna, la percentuale dei giovani tra i venti e i ventiquattro anni che non lavorano né si stanno formando o studiando è passata dal 16,6 al 24,8%, in Italia addirittura dal 21,6 al 32%.

 

INFO: http://www.eunews.it/2015/10/27/il-futuro-per-giovani-italia-e-sempre-piu-buio-secondo-uno-studio-tedesco/43997

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