Verso una revisione della politica UE di vicinato
Adottati ieri una serie di rapporti annuali attraverso i quali la Commissione ha valutato attuazione della politica europea di vicinato con i 16 Paesi partner dell’Europa orientale e del sud del Mediterraneo. Questi rapporti costituiranno la base delle future proposte su questo tema dell’esecutivo europeo.
Dal conflitto in Ucraina alle atrocità e violazioni dei diritti umani perpetrate da gruppi terroristici in Medio-Oriente e in Africa del Nord al conflitto israelo-palestinese: le relazioni con i vicini dell’UE sono state particolarmente turbolente durante il 2014.
Tutte queste crisi hanno condotto a una vera e propria emergenza immigrazione e alla conseguente tratta degli esseri umani. Da parte dell’UE è stato mobilitato un sostegno importante per aiutare il Libano e la Giordania a superare gli effetti sempre più pesanti della crisi siriana.
Con l’occasione dell’adozione dei rapporti sulla politica di vicinato, Federica Mogherini ha dichiarato:
“questi sviluppi hanno costituito un test per la politica europea di vicinato. In questo periodo cruciale l’UE è determinata a intensificare la cooperazione politica, economica e di sicurezza con i suoi partner in tutta la regione”.
Il Commissario per la politica europea di vicinato e i negoziati di allargamento Hahn, ha posto l’accento sull’importanza che riveste per l’Unione la politica di vicinato e il riesame in corso di questa politica:
“[…]Stiamo organizzando una grande consultazione sulla strada da intraprendere per questa politica al fine di definire le modalità di azione più efficaci nella nostra collaborazione con i partner essenziali, una strada vantaggiosa sia per l’UE sia per i suoi vicini”.
In cosa consiste la politica europea di vicinato?
La politica europea di vicinato è stata ideata nel 2004 per evitare che si creassero fratture tra l’Unione europea e i Paesi vicini nell’ottica di mantenere stabilità, sicurezza e pace per entrambe le parti interessate. L’UE offre ai suoi vicini relazioni preferenziali, sulla base di un impegno reciproco verso valori comuni (democrazia e diritti umani, stato di diritto, buon governo, principi di un’economia di mercato e sviluppo sostenibile).
La politica europea di vicinato è differente dalla politica europea per l’allargamento, processo secondo il quale, sulla base di criteri predefiniti quali quelli di Copenhagen, uno Stato può entrare a far parte dell’UE.
La PEV si applica ai paesi più vicini per terra o per mare, Paesi per i quali sono stati redatti i rapporti annuali oggetto di questo articolo: Algeria, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Egitto, Georgia, Giordania, Israele, Libano, Libia, Marocco, Moldovia, Siria, territori palestinesi occupati, Tunisia e Ucraina.